venerdì 2 maggio 2014

Siamo nate! Siamo...LE MAREE!

Eccomi di nuovo a scrivere dopo un po' di tempo!
Sono tempi di grandi cambiamenti e oggi vorrei raccontarveli qui!

Come immaginerete o saprete, non sono l'unica ostetrica libera professionista qui a Genova, ma sono in ottima compagnia!!!!
Conoscevo già da qualche anno Alessandra Parisi e Teresa-Lin, che lavoravano insieme e con le quali abbiamo organizzato insieme alcuni eventi (la presentazione di "E se poi prende il vizio?" con Alessandra Bortolotti e la proiezione di Freedom for Birth) ed Elisa Casazza, con la quale abbiamo organizzato altri incontri sul tema delle vaccinazioni, che lavorava insieme ad Alice Musico, che conobbi per la prima volta in occasione di un evento informativo per operatori sul lutto perinatale.
Infine conobbi a novembre scorso Adele Moncagatta, ostetrica perugina trasferitasi a Genova.

Tutto cominciò proprio la settimana dopo aver incontrato Adele.
Per caso navigando su facebook incappai in un post di un'amica che pubblicizzava la propria presenza alla fiera Natalidea, così ci dicemmo "Ma perchè non sfruttare questa fiera per far conoscere la figura e le competenze dell'ostetrica libera professionista?". Detto e fatto, eccoci col nostro piccolo stand organizzato e messo su in fretta e furia una settimana prima dell'inizio della fiera con materiali trovati in casa, relegate dietro ad una colonna e ad una Smart, accanto agli spifferi delle porte d'uscita e accanto allo stand delle ballerine del burlesque...cariche come non mai!!!

Fu una bella occasione per conoscersi, per scoprire gli obiettivi e i sogni in comune e condividere la stessa passione per questa bellissima professione ostetrica!

Forti e cariche di questa energia positiva, decidemmo di lanciarci anche per la fiera successiva, che si sarebbe tenuta ad inizio aprile, con l'obiettivo di organizzarla per tempo e meglio!
Ma perchè non farlo come gruppo e in veste ufficiale anzichè come singole? Si sa che l'unione fa la forza!!
Il sogno di tutte è quello di una casa maternità qui a Genova, perchè non mettersi insieme, associandosi, per perseguirlo?
Iniziamo a parlarne...

Intanto durante uno dei corsi in piscina ne parlo con una delle mamme, Debora, e scopro che il suo sogno sarebbe stato quello di aprire un centro di riferimento per le donne ad Alghero, sua città natale.
Ecco che presento Deb alle altre e come se fosse la cosa più naturale del mondo diventa parte integrante del gruppo, anzi, potremmo dire elemento trascinatore del gruppo, colei che tiene le fila e coordina i lavori!
Il parlarne piano piano si inizia a concretizzare...scriviamo e approviamo lo statuto e troviamo il nome, in parte grazie ad un concorso su facebook, in parte grazie ad una luuuuunga riunione serale (la prima di parecchie altre!!).

Nel frattempo la vita di Alice assume risvolti nuovi e inaspettati perciò decide per il momento di camminare al nostro fianco dal di fuori del gruppo, come nostra fan numero 1!

Ma ci mancava ancora un membro!
Eh sì, perchè il nostro progetto prevedeva uno spazio dedicato ai piccoli, uno spazio accogliente, sicuro ed organizzato ove accoglierli mentre la mamma frequenta un corso, fa una visita di controllo, va al lavoro o a far compere. Ecco che Anna, super-mamma di quattro bimbi e mia grandissima amica, entra a far parte del gruppo come educatrice.

La squadra adesso è al completo, ci registriamo....siamo ufficialmente...

 Le Maree

Da sinistra Alessandra, Elisa, Adele, Debora, Teresa, Emanuela...manca solo Anna!

Ma che fanno Le Meree? Potremo dire...una marea di cose!
Eh sì, perchè l'obiettivo è quello di fornire servizi alla DONNA, alla FAMIGLIA, alla COPPIA a 360°: dalla contraccezione, alla prevenzione ginecologica, all'assistenza in gravidanza fino al parto (in casa propria o in casa maternità, ma anche accompagnato in ospedale), all'assistenza dopo la nascita e nel primo anno del bambino, fino alla menopausa, il tutto passando attraverso corsi di gruppo e incontri individuali per un accompagnamento attivo verso una nascita ed una maternità consapevole e per mantenersi in salute e in pieno benessere ad ogni età!

Al momento noi Maree siamo alla ricerca di una sede, della nostra futura Casa di Maternità, ma non siamo ferme, anzi!! Ogni corso e ogni incontro sono attivi nelle sedi che ci hanno ospitate fino ad adesso, per poi convogliare nella sede nuova e ognuna di noi è pronta ad assistere le future mamme o le neomamme anche al domicilio!

Il SITO è in costruzione, ma ci trovate su facebook come
profilo CoGe Le Maree e come
fan page  COGe Le Maree attraverso la quale trovare tutti gli eventi e i corsi in programma all'interno della sezione eventi.

Cosa aggiungere? E' cominciata una nuova avventura, che sta portando con se grandi novità e cambiamenti, una svolta nella mia vita di "ostetrica solitaria abituata a far tutto da sè e non far capo a nessuno"...ma le novità, si sa, ti crescono e ti arricchiscono e quindi carica di energia positiva e di 4 nuove amiche...parto per questa avventura!!!

Emanuela

mercoledì 12 marzo 2014

Risultati concorso letterario-creativo IO E LA MIA OSTETRICA

Ecco finalmente i tanti attesi risultati del....

CONCORSO LETTERARIO-CREATIVO 

"IO E LA MIA OSTETRICA"

...concorso indetto per festeggiare i miei primi 10 anni da ostetrica!

La giuria era formata da 8 ostetriche libere professioniste che operano in Italia che hanno attentamente letto più volte le composizioni e votato le tre che hanno giudicato maggiormente interessanti/toccanti/creative/originali/divertenti...che hanno preferito, insomma!

Tantissimi complimenti a Chiara, Paola e Raffaella, le tre creative vincitrici, di cui potete leggere la composizione, e tantissimi complimenti a tutte le altre mamme creative partecipanti, perchè sono arrivate composizioni bellissime e toccanti (la scelta è stata davvero difficile!!!) che, un giorno, spero, potranno andare a comporre un libro dedicato alla figura dell'ostetrica!

Buona lettura e...

GRAZIE!!!

1° POSTO

Chiara Benvegnù
di Alba

"Dedicato alla mia fantastica ostetrica Chiara Maria Taliano (da poco mamma per la terza volta), che mi ha seguito in gravidanza fino al parto in casa, ma anche a Gisella Giordano, seconda ostetrica al mio parto, e ad Annalisa Fedele, anche lei presente al parto nonchè per tutta la gravidanza nei corsi di ginnastica e rilassamento."
Scegliere si può - ed è bellissimo!
Immensa e calorosa gratitudine dal profondo del mio cuore, per le tre giovani ostetriche che mi 
hanno accompagnato nella strada verso la conoscenza di una nuova me. Una donna nuova è nata 
insieme alla mia terza bambina!
Alla mia terza gravidanza, indecisa su quale tipo di assistenza scegliere (consultorio o ginecologo?
Nessuna delle due opzioni, che avevo già provato in passato, mi convinceva del tutto) ho scelto una 
via nuova: l'ostetrica. Quante cose sono cambiate grazie a questa decisione, presa così, d'istinto! 
Pensavo non ci fosse più nulla da imparare sulla gravidanza e sulla nascita, prima di conoscere il 
lavoro a tutto-tondo che fanno le ostetriche con le donne, in tutte le età della vita. Ho imparato ad 
ascoltare i segnali del mio corpo e a fidarmi di esso, a rispettarlo ed amarlo per il miracolo che stava 
compiendo. Ho imparato a non avere paura di non essere una brava mamma. Ho imparato un modo 
nuovo di accudire i figli, più vicino ai loro bisogni, che ascolta il cuore e non le convenienze del 
momento, ho capito l'importanza di godere dei momenti belli insieme alla mia famiglia, lasciando 
da parte le piccole preoccupazioni quotidiane... 
Ma soprattutto, scegliendo un'ostetrica ho scoperto che si può scegliere la nascita che si desidera per 
sé e il proprio bimbo, e che questa scelta rappresenta una presa di posizione forte, un riappropriarsi 
di ciò che da millenni appartiene alle donne e che solo negli ultimi anni si è creduto di poter 
delegare ai medici, diventando passive e subendo le decisioni degli altri. La scelta di dove e come 
partorire dipendeva solo da me e da nessun altro fattore esterno, non era più come credevo 
funzionasse prima, per questo non ho potuto tirarmi indietro e ho deciso di far nascere la mia 
bambina nel posto che sentivo più giusto per noi, nella nostra casa. 
Scegliendo questo ho compiuto un percorso interiore non facile, ripensandoci mi sentivo come una 
barca al largo, in mezzo ad un mare in burrasca...dopo essermi disperata un po' ho parlato con la 
mia ostetrica e lei mi ha aiutato a far chiarezza nei miei pensieri. Allora ho preso coraggio, e ho 
fatto un fagotto di tutto ciò che era superfluo, creandomi solo confusione: i timori, le persone e i 
discorsi che mi condizionavano, tutto quello in cui pensavo di aver creduto fino a quel momento, e 
l'ho lasciato andare giù nel mare. Così, leggera, libera di un peso inutile, mi sono trovata faccia a 
faccia con la vera me stessa. Finalmente il cielo è tornato limpido e il mare si è calmato, ho visto 
con chiarezza il mio approdo, quello in cui credevo fermamente, quindi ho potuto affermare le mie 
idee con convinzione e fierezza davanti a tutti, anche a chi non mi appoggiava. Mi sono sentita forte 
come non mi ero mai sentita prima... Sono cresciuta insieme alla bimba che cresceva dentro di me!
La nascita in casa della mia bambina è stato il completamento di questo percorso. Ho atteso il suo 
arrivo con pazienza e fiducia negli ultimi giorni, sempre accompagnata dalla presenza forte e 
rassicurante della mia ostetrica e delle sue due splendide colleghe. E quando è arrivata "l'onda 
buona" della nascita, ho saputo cavalcarla da sola, senza aver paura, perchè loro erano lì con me, 
insieme al mio uomo e padre delle mie figlie. Mi hanno accudito con dolcezza, mi hanno fatto 
rilassare danzando, mi hanno massaggiato, accarezzato e incoraggiato nell'essere, semplicemente, 
me stessa, quella donna che avevo visto placata la tempesta. La mia creatura è scivolata fuori dal 
mio mare come una bambina-pesce, piangeva forte ed è stata vivacissima fin da subito. Averla con 
noi, così, nell'intimità della nostra casa, nella penombra e nel tepore, è stato il dono più bello che 
potevamo farci, nei suoi grandi occhi azzurri c'è ancora la serenità di quel momento e mi auguro 
che l'accompagni sempre. 
Tutta questa bellezza non avrei potuto conoscerla se non avessi incontrato, poco più di un anno fa, 
quelle donne forti e luminose che mi hanno tenuto per mano fino a qui, che sono un punto di 
riferimento tutt'oggi, verso cui va la mia più profonda gratitudine. Questo senso di riconoscimento 
si è trasformato in energia, entusiasmo, voglia di far conoscere a più donne possibili quanto la scelta 
di farsi accompagnare da un'ostetrica possa arricchire -a volte in modo decisivo, come è successo a 
me- il nostro cammino di donne e di madri.
Chiara Benvegnu', con la piccola Susanna

2° POSTO

Paola Setti
di Genova
Un altro parto è possibile
Quando è arrivato a casa l'Enri erano le nove e mezza della sera e io avevo le doglie da due ore almeno. Entra e dice: "Beh ma cos'è questa, una seduta spiritica? Non sarà il caso di andare in ospedale?". Il fatto è che lui, da maschio di una volta quale è, il mio e nostro parto se lo era prefigurato così: ai primi dolori la porto in ospedale, poi mi accomodo lontano dalle urla e aspetto. Come i papà dei vecchi film e delle barzellette, che poi arriva l'infermiera e dice: "Chi è Enrico?", lui accorre e lei gli mostra un fagottino profumato. Lo aveva detto subito: "Io in sala parto MAI". E quindi in fondo è stato grazie a lui se ho scoperto che, ebbene sì, un altro parto è possibile.Entra in casa e la scena che trova è questa: penombra, teli ovunque, io seduta sul pallone tondo tipo pilates, Alessandra e Teresa che mi massaggiano, mia madre che si fa spezzare le mani tra le mie e nelle pause spreme arance per placare la mia insaziabile sete e il bisogno di zuccheri. A ogni contrazione, tutte quante insieme vocalizziamo respirando: aaaaaaahhhhh. Lui, l'Enri, non ci può credere. Mia madre gli dice di tenermi le mani, lui obbedisce alla suocera ma, si sa, i maschi di una volta le emozioni mica le reggono, così se ne sta lì un po' rigido, io avverto la sua ansia, il dolore non riesco più a gestirlo e allora grido: mandatelo via! Diciamolo dai, super moderni papà a parte, il parto è una roba da fare tra donne. Io l'ho fatto così. Il travaglio in casa. All'ospedale non ci sono andata, vade retro medici e macchinari. Invece ho scelto il centro nascite alternativo del San Martino di Genova: sei come a casa tua, circondata solo da ostetriche. Se poi ci fosse un'emergenza qualsiasi, il reparto è dietro la porta. Lì, al Cna, ci sono arrivata che ero dilatata di otto centimetri. Mezz'oretta di spinte e via, nemmeno un puntino mi hanno dato. Tutta fortuna, dicono molte amiche. Perché ti sei dilatata subito, altrimenti avremmo voluto vederti. Può darsi, certo. Ma io credo fermamente che nelle situazioni positive che regaliamo a noi stessi tutto sia più facile, fluido, giusto. Fossi andata subito in ospedale magari avrei dovuto fare un po' di attesa seduta su una sedia o sdraiata su una barella, poi mi avrebbero attaccata alla macchina per il monitoraggio, e il ginecologo che ti visita, e l'anestesista che ti domanda se vuoi l'epidurale, "guardi che se il sondino non lo mettiamo ora poi dopo è un casino", e tutti intorno, infermiere, ostetriche, studenti, e insomma, l'ospedalizzazione io sono sicura che non mi avrebbe aiutata ad andare incontro al dolore. Perché in effetti è solo questo che bisogna fare. Non contrastarlo ma assecondarlo, respirarci dentro e poi lasciarlo andare. Pensando che ogni contrazione è il tuo bambino che si spinge un po' più giù, per venire a conoscerti. Fa male, sì. E allora? È un dolore naturale, nel senso che ce lo ha donato la Natura. Le leonesse si fanno l'epidurale che voi sappiate? E le balene? Io ho trovato così bella l'esperienza di sentirmelo addosso e vivermelo tutto, che tra una contrazione e l'altra sorridevo, con grande stupore delle mie ostetrichine. Le chiamo così perché sono due ragazze giovani. "Mi stai dicendo che io devo affidare mia figlia a due giovincelle?" domandava il solito Enri prima di venire zittito dai fatti. E i fatti sono stati questi. "Dì qualcosa alla tua bambina" mi diceva Alessandra sulle spinte finali. E poco importa che io abbia urlato "Esciiii" quasi con rabbia, perché in quel momento tu mica lo sai di essere dilatata, ti senti sempre uguale e pensi che una creatura non ci potrà passare mai da lì, si mettessero tutti l'anima in pace. "Dì qualcsa alla tua bambina" Alessandra me lo ripeteva da mesi. Il fatto è che lei e Teresa mi hanno insegnato a stare in contatto con Emilia già da quando era nella pancia. Ad ascoltarla, a parlare con lei, a fare le cose con più lentezza, a nutrirmi meglio, a rilassarmi in acqua, a preparare il perineo per lasciarla uscire. Emilia è nata rosa e con la testolina tonda come se l'avessero tirata fuori col cesareo. E il merito è del lavoro che ho fatto con le mie ostetrichine, di un percorso che ogni donna avrebbe il diritto e il dovere di fare. Il diritto per se stessa, per vivere un'esperienza che ha più a che fare con l'orgasmo che con l'inferno. E il dovere verso i propri bambini, che meritano di nascere così, accompagnati con gioia, e non con dolore, verso la Vita. Purtroppo l'Italia non è un paese per mamme. Checché ne dicano i politici riempiendosi la bocca di sostegno alla famiglia, le donne che partoriscono diventano un problema sul lavoro e un numero in ospedale. Nessuno ti riconosce di aver compiuto un miracolo. Che milioni di altre donne hanno fatto, certo, ma che è sempre, ogni volta, un nuovo miracolo. Sta a noi dirlo a noi stesse, e pretendere di partorire nel modo giusto. Invece, le donne per prime si fanno guidare tra epidurali e tagli cesarei e barelle, invece di ascoltare la loro pancia e il loro cuore. Le ostetriche a me pare combattano questa battaglia ogni giorno. Parto dopo parto, doglia dopo doglia. Per me sono state fondamentali anche dopo. Quando durante l'allattamento hai le tette di marmo ma c'è poco da gioire, perché trattasi solo di dolorosissimi grumi di latte, loro sanno cosa fare per darti sollievo. Quando il pediatra ti suggerisce di sedare la creatura col bromuro pur di non sentirne le urla da coliche, loro ti salvano dal veleno porgendoti una tisanina di finocchietto biologico. E poi i corsi di nuoto con quei piccolini che ancora respirano come se avessero le branchie, i consigli su ciò che davvero ti può servire in una società che ti dice che senza l'ultimo (costoso) ritrovato in tema di creme da pannolino non sarai una buona madre e invece non è vero, e via così accompagnando noi mamme mentre accompagniamo i nostri figli. Persino l'Enri ora mi dice: chiediamo alle ostetrichine, no?Paola Setti

3° POSTO

Raffaella Turbino
di Genova 
La Piscina (per Emanuela, da Raffaella Turbino e la sua piccola Maria Elena Pizzo,
Genova, ottobre 2013)

Nel vortice confuso dei pensieri
di questa mia nuova vita
da mille impegni gravata
da quando la mia cucciola è nata
tra giorni lieti e giorni neri
cerco a fatica un appiglio
mentre tutto mi sfugge tra le dita.

Mi sento affondar nell'abisso
o volare alle stelle
in equilibrio instabile
tra fatica e ore belle,
funambolo dell'anima
cammino passo a passo
con le ali in mente
e ai piedi un grande sasso.

A tratti in questo caos
rinasce per magia
un'ora rilassante
di pace, di poesia:
la gioia di guardarsi
negli occhi sorridenti,
conoscersi, scambiarsi
notizie, ritrovarsi.

Protetti dal tepore
dell'elemento acquatico,
benessere, colori,
disciolgono i dolori.

E il miracolo avviene:
non ci sono piu pene,
tra noi,
finalmente torniamo,
io e lei,
a guardarci, abbracciarci leggère
nell'acqua azzurrina,
sorridendo sincere,
felici perché insieme nuotiamo
nella piscina.

Stiamo bene di nuovo
con delicatezza,
come una sola in due, madre e figlia,
e ancora riprovo
con meraviglia
sensazione di gioia e bellezza.

E per ogni dubbio, curiosita',
ansia, paura, difficoltà,
guida sicura che sempre ci assiste
- meno male che lei esiste -
e lungo tempo nell'acqua resiste,
come sirena, creatura marina
insieme mitica, ma cittadina
sostiene il gruppo nel suo progetto
e suggerisce il consiglio corretto,
tesse l'ordito di questa telagrazie mille, Emanuela.


venerdì 28 febbraio 2014

Allattamento al seno: Mamme credete in voi!!

In questi giorni tanti, troppi, racconti di parti vissuti negativamente, di mamme in travaglio che si sentono sole, lasciate a se stesse, nella paura di non sapere cosa sta accadendo dentro di loro, in un posto che è tutto eccetto che familiare ed intimo quando ormai è noto a tutti che la condizione necessaria affinchè le forze del travaglio compiano il loro corso fisiologico è proprio un ambiente intimo e familiare...

E quanti racconti di allattamenti che faticano a cominciare, di seni gonfi e duri e rossi e dolenti e di neonati che faticano ad attaccarvisi, di aggiunte di latte formulato "consigliate" (ma potremmo dire quasi "imposte") spesso con troppa leggerezza, di terrorismo su un calo di peso ritenuto eccessivo, su un bimbo che ciuccia troppo poco, su un latte che manca....su un seno che non produce abbastanza latte...o che lo produce scarsamente nutritivo....


Una neomamma è sicuramente più vulnerabile e sensibile di fronte a tutto questo.
Ci si sente inadeguate, spaventate di fronte ad un piccolo essere che dipende in tutto e per tutto da noi, che all'inizio sembra volere tutto e il contrario di tutto e non si capisce come rispondervi.
Tutto questo corredato da un quadro ormonale che sicuramente non aiuta!

Allora che fare?

Non esistono risposte preconfezionate che si confacciano ad ogni mamma. Ogni mamma è diversa, ogni seno è diverso, ogni neonato è diverso (che meraviglia, è la Natura!!!!), solamente il sostegno e il consiglio cuciti su misura per ciascuna di voi possono realmente fare la differenza!

Anzitutto, care Mamme, credete in voi! La Natura ha preposto il corpo femminile per crescere dentro di sè il bambino e portarlo alla maturazione, per partorirlo e poi nutrirlo al meglio mediante l'allattamento al seno. Non è possibile che il latte sia nutrizionalmente carente, il latte non è acqua, mai!!!!

Tornate a conoscervi, ad ascoltarvi! Il vostro corpo sa esattamente ciò che sta accadendo e ve lo comunica...occorre re-imparare ad ascoltarlo e ad avere fiducia in lui, nelle sue capacità e potenzialità!
Non delegate altri a dare risposte che potete avere da voi stesse!

Informatevi già durante la gravidanza rispetto all'allattamento e al meccanismo della domanda e dell'offerta, nonchè ai benefici dell'attacco precoce, del rooming-in fin dalla nascita, del contatto pelle-a-pelle più precoce possibile, dell'allattamento a richiesta, dell'importanza di non dare alcuna aggiunta di soluzione glucosata o latte formulato al neonato, soprattutto mediante biberon.

Siate forti nella convinzione che le madri siete voi, i bambini sono i vostri e voi sapete cosa è meglio per loro più di chiunque altro!
E, soprattutto, non lasciatevi mai "strappare" il vostro legittimo diritto di scegliere consapevolmente per voi e i vostri bambini: un'aggiunta di latte formulato o di glucosata non deve mai, per nessun motivo, essere imposta nè consigliata mediante il terrorismo psicologico inerente la salute del bambino, nè tantomeno somministrata senza il vostro consenso e senza che voi ne siate a conoscenza!!!

Il consiglio successivo è quello di cercare l'aiuto di una professionista esperta in allattamento. L'ideale sarebbe conoscerla prima della nascita, fare due chiacchiere con lei per capire anzitutto se a pelle ci si piace, quale siano le sue idee, la sua preparazione e la sua esperienza, per poi avere già un punto di riferimento sicuro da poter chiamare all'occorrenza una volta tornate a casa dall'ospedale. Tante volte solo il fatto di sapere che esiste una persona di cui ci si fida e di esperienza da poter chiamare in caso di necessità colma il 50% dei timori e delle ansie della neomamma!

...e infine...

...Credeteci, voi potete....
e noi siamo con voi!!


lunedì 3 febbraio 2014

PORTARE I BAMBINI Pomeriggio di informazione, confronto, prova di supporti a Genova!

Portare i bambini addosso, fin dalla nascita, nel modo che maggiormente rispetti la fisiologia sia di chi porta che di chi viene portato, è il modo più spontaneo, naturale, benefico e comodo di affrontare i primi mesi e i primi anni di vita col bambino.
Sì, perchè "portare" non è solo una praticissima forma di trasporto, ma una modalità del tutto naturale e istintiva per affrontare la quotidianità e i bisogni dei bambini, soprattutto molto piccoli.
Portare è CONTENERE, portare è PROTEGGERE, portare è COCCOLARE, portare è CONSOLARE, portare è RISPETTARE.


Il neonato ritrova il contenimento e il caldo abbraccio dell'utero materno, può stare a stretto contatto col genitore, ritrovare quelle sensazioni così famigliari per lui di calore corporeo e odore materno/paterno. Il neonato in fascia viene protetto da un eccesso di stimoli che vengono dall'ambiente esterno e verso i quali non sempre è ben disposto.
In generale portare un neonato in fascia vuol dire rispondere ad una sua esigenza, qualunque essa sia.
In fascia si può anche allattarlo!
In fascia si allevia il fastidio delle coliche o un reflusso acido dallo stomaco!
In fascia si calma un bimbo molto stanco o nervoso che fatica a prendere sonno!

E' essenziale, però, portare nel modo corretto, nel rispetto della fisiologia di chi porta e di chi è portato e non tutti i supporti in commercio garantiscono tale rispetto.

Ecco per voi un pomeriggio dedicato all'argomento!

Insieme alla collega Adele Moncagatta e grazie a Laura Anfossi, mamma ed esperta portatrice, nonchè titolare insieme a Pietro Mauri del negozio biologico Mauribio di via san Luca 56/A/R a Genova, trascorreremo un pomeriggio per ricevere informazioni sui benefici del portare, sui vari supporti esistenti e sulle caratteristiche di ciascuno.
Sarà una bella occasione di scambio e confronto tra mamme già portatrici, un momento di approccio e prova sul campo per chi ancora non porta ma porterà e sicuramente un simpatico ed informale pretesto per trascorrere del tempo tra mamme e papà.
Ad accogliervi una tisana tiepida!

Suggeriamo di portare con voi i supporti che possedete, per provarli insieme e confrontarli!!

Vi aspettiamo SABATO 15 FEBBRAIO ALLE ORE 15.00 presso il LUPUS IN FABULA in via Galeazzo Alessi 3A/1, è gradita la prenotazione all'indirizzo mail roccaemanuela@yahoo.it

A presto,
Emanuela
Adele,
Laura

giovedì 30 gennaio 2014

Vaccinazioni pediatriche, Autismo e Nanopatologie-Convegno, Genova, 1 febbraio 2014

Siete tutti invitati a partecipare a questo importantissimo convegno 
che si terrà a 
Genova 
SABATO 1° FEBBRAIO 2014 
dalle ore 10.00 alle ore 16.00 
presso il 
Centro Congressi del NOVOTEL GENOVA OVEST






lunedì 13 gennaio 2014

ALLATTAMENTO AL SENO: chi ben comincia...ovvero come cominciare serenamente!

Questo articolo è dedicato alle future mamme in cerca di informazioni sull'allattamento in vista della nascita.

Non che in giro per il web manchino informazioni, anzi!
Purtroppo però occorre distinguere tra "informazioni" e "Informazioni": sul web c'è di tutto e scrive chiunque! Occorre infatti valutare la fonte di tali informazioni e che tale fonte sia scevra da interessi economici o personali.

Non che ai corsi di accompagnamento alla nascita si ometta l'argomento, ma spesso i tempi sono limitati e si preferisce dedicare maggior attenzione ad argomenti di interesse più immediato ed urgente come il travaglio, il parto o... il dolore!

Oggi quindi vorrei provare a scrivere qualcosa di semplice e molto pratico che possa fornire le basi per cominciare serenamente l'allattamento, perchè ...

...chi ben comincia....

Care mamme, anzitutto ricordate che
  il seno produce latte in risposta alla richiesta, ovvero in base a quanto viene svuotato e frequentemente stimolato: più spesso viene attaccato il bimbo e più egli lo svuota, più il seno produce latte (e ovviamente viceversa, meno viene stimolato e svuotato e meno latte produce, altrimenti si riempirebbe sino a scoppiare!). 
Il seno "capisce" quanto latte occorra al bimbo e si regola!

Ricordate quindi di allattare a richiesta, anche perchè il latte che il bimbo succhia appena comincia la poppata non è lo stesso che viene prodotto dopo un certo tempo che egli è al seno. 
Il "primo latte" è più ricco di vitamine e sali minerali e serve a dissetare il bimbo, a fornirgli i liquidi di cui ha bisogno, mentre il "secondo latte" è più ricco di grassi ed è responsabile del suo senso di sazietà e del suo aumento di peso.
Noi non possiamo sapere quanto un certo bimbo impiegherà ad arrivare a succhiare il secondo latte e nemmeno quando egli si sarà saziato di esso!! Alcuni bimbi impiegano più tempo, altri meno!

Non dobbiamo necessariamente offrire entrambi i seni, spesso nelle prime settimane il neonato si alimenta ad un seno per volta, lasciamo che ne svuoti uno in profondità ed eventualmente dopo che si sarà staccato spontaneamente offriamo il secondo (non è detto che lo voglia, nel caso non allarmatevi!).

Allattare a richiesta significa anche non guardare l'orologio tra una poppata e l'altra o durante la poppata stessa. 
Lasciamo al neonato il tempo di cui ha bisogno, non mettiamogli fretta, farà delle pause in cui resta attaccato al seno, magari con gli occhi chiusi, senza succhiare...è normale, poi riprenderà con maggior vigore!

Sappiate anche che non esiste un momento della giornata in cui avrete meno latte! Il latte materno è "vivo" e cambia durante i vari momenti della giornata per adattarsi alle esigenze del bambino, così come cambia mano a mano che il bimbo cresce, per adattarsi alle sue mutate esigenze della crescita. 
Cambia, ma non sparisce improvvisamente tranne che in rarissimi casi in cui un trauma molto forte o uno shock possono rallentarne drasticamente (ma solitamente momentaneamente) la secrezione.

Ricordate sempre che il colostro è fatto apposta per il neonato, quindi non è mai scarso o insufficiente
Lo stomaco del neonato è molto piccolo e il colostro molto denso e concentrato. Se la Natura ha predisposto che fosse il suo primissimo nutrimento, è evidente e inconfutabile che sia quanto di meglio ci sia per lui...fidiamoci!!!! 

Le prime ore dalla nascita sono molto importanti per l'attaccamento e l'avvio dell'allattamento, il neonato andrebbe posto nudo sul petto materno a contatto pelle a pelle, semplicemente sostenuto, lasciato libero di cercare il seno, di attaccarsi quando lo desideri e per quanto lo desideri.
Il colostro può già essere secreto dal seno materno in gravidanza, ma sarà la nascita ad innescare il meccanismo vero e proprio della produzione, sia che essa avvenga naturalmente, sia che essa avvenga con il taglio cesareo.
Chiedete di essere appoggiate dal personale presente ed assistite in queste prime fasi di conoscenza reciproca se ne sentite il bisogno. Non abbiate mai paura di chiedere e richiedere tale assistenza.

Se potete non separatevi dal bambino nei giorni della degenza! Il rooming-in ad alcune mamme può sembrare faticoso, ma è essenziale per avviare armoniosamente e senza intralci esterni l'allattamento. Un neonato affidato alla nursery non sempre viene portato alla mamma se piange per la fame. Spesso viene somministrata una soluzione glucosata per tamponarne la fame in attesa di essere portato a lei. Tale soluzione riempie il suo stomaco e ne rallenta l'istinto di attaccarsi al seno materno, rischiando che esso non venga poi stimolato adeguatamente.
In ogni caso, esigete sempre di essere informate prima di qualsiasi somministrazione di liquidi/farmaci/soluzioni al vostro bambino. E' vostro diritto (ma anche dovere) esprimerne il consenso!

Allattando a richiesta, nel giro di pochi giorni la produzione di latte nel seno aumenta sensibilmente e la sensazione potrebbe essere quella di un seno teso, duro, dolente e caldo al quale il bimbo fatica ad attaccarsi e dal quale il latte stesso potrebbe sgorgare più a fatica. Per alleviare tale sensazione, drenare i dotti affinchè non si occludano e facilitarne l'attacco al seno, provate a porre sul seno la borsa dell'acqua calda per circa 20 minuti prima della poppata, dopodichè massaggiate il seno partendo dalla radice in direzione del capezzolo per scioglierne gli addensamenti e quindi attaccate il neonato per svuotarlo.
Ripetete la stessa procedura più volte nell'arco della giornata e riprendetela ogni qual volta il seno ripresenti le stesse caratteristiche (ingorgo mammario).
Ricordate che nessun tiralatte, manuale o elettrico, potrà mai produrre una suzione paragonabile a quella del neonato!!!!!

Le ragadi si prevengono attaccando correttamente il neonato al seno! Non occorre alcuna preparazione in gravidanza attraverso fastidiose spugnature , olii o creme. Semplicemente un attacco corretto al seno!
Si parla di allattamento al seno e non di allattamento al capezzolo. Quindi il neonato dovrebbe prendere con la bocca più seno possibile, soprattutto con la parte inferiore della bocca, in corrispondenza del mento, in modo che il capezzolo resti sul palato, in profondità nella bocca. Un attacco corretto oltre a prevenire la comparsa delle ragadi, permette un più efficace svuotamento del seno.

Tenete il bimbo molto vicino al seno, naso e mento aderenti al seno stesso, lui girato verso di voi e sostenuto all'altezza del seno da uno o più cuscini. Se sente scivolare via la presa dal seno tenderà a serrare le gengive "mordendo" il capezzolo e provocando dolore. Se il seno è grosso all'inizio potrebbe essere utile sorreggerlo con la mano proprio per facilitare il neonato ed evitare che gli scivoli via il seno di bocca. Se il neonato succhia il capezzolo sentirete dolore. In generale l'allattamento non dovrebbe provocare dolore, se il dolore non cessa mentre lui succhia, occorre staccarlo dolcemente inserendo un vostro dito mignolo in bocca e riattaccarlo correttamente.

Qualora ci fosse una ragade, i migliori risultati di guarigione si ottengono spremendo un po' di latte dopo la poppata e spalmandolo sul capezzolo e l'areola e poi lasciando asciugare all'aria. Ovviamente attenzione ad attaccare correttamente il neonato al seno. Evitate creme o lozioni che implichino il lavaggio del capezzolo prima della poppata. Non esporre la pelle a lavaggi frequenti permette alla cute di proteggersi naturalmente attraverso le sostanze protettive secrete dalla cute stessa. E' sufficiente lavarsi quotidianamente sotto la doccia come si farebbe in qualsiasi situazione.

Limitate l'uso del paracapezzolo in presenza di una ragade sanguinante e molto dolorosa. Una volta adottati gli accorgimenti per favorirne la guarigione la ragade dovrebbe risolversi in pochi giorni, a questo punto cercate di non utilizzare più i paracapezzoli poichè la stimolazione e lo svuotamento del seno non sarebbero altrettanto efficaci di quelli prodotti da un attacco al seno diretto.

Evitare per quanto è possibile l'uso delle coppette assorbilatte o limitarlo alle sole uscite fuori casa, concorre alla prevenzione e alla guarigione delle ragadi poichè aiuta a mantenere il capezzolo asciutto. Previene anche la comparsa della candidiasi, poichè la Candida trova terreno fertile in un ambiente caldo/umido.

Alternare le posizioni del bimbo al seno nell'arco della giornata permette di svuotare tutti i dotti evitando che uno o più di essi si occludano. Trovate un approfondimento sulle varie posizioni e sui benefici legati a ciascuna di esse al seguente link ed un altro sull'alimentazione materna in allattamento a quest'altro link.

Non tenete in casa la bilancia!!!!!! Vi indurrebbe in tentazione e pesereste il bimbo tutti i giorni, quando invece non andrebbe pesato più di una volta a settimana (ma anche meno) poichè una misurazione obiettiva è quella perlomeno da una settimana all'altra. L'ideale sarebbe pesarlo al consultorio o in farmacia, possibilmente sempre sulla stessa bilancia. Quando cresce di almeno 110/120 gr a settimana sta molto bene!!! 
Ricordate che benessere non equivale a ciccia a tutti i costi. Alcuni bimbi sono costituzionalmente predisposti a crescere maggiormente in peso, altri in altezza...è comunque crescita!!!
Assicuratevi che le curve di crescita utilizzate dal vostro pediatra siano quelle per i bimbi allattati al seno e non quelle per il latte artificiale, c'è una sostanziale differenza!

Siete comunque voi mamme a sapere se il bimbo sta bene e cresce!!!! Abbiate fiducia in voi stesse e nell'osservazione del bimbo. Osservate che sia vivace, vigile quando sveglio, che il suo sia un pianto vigoroso, che abbia un buon tono muscolare, contate almeno 5/6 pannolini bagnati nell'arco di 24 ore e 2/3 scariche intestinali. Se può farvi sentire più sicure annotatevi questi parametri su un quaderno dedicato!

Se vi sentite in difficoltà, non esitate a chiedere aiuto alle persone giuste...ostetriche, doule, consulenti ibclc, consulenti LLL!!!

Buon inizio a tutte!!!
Emanuela





giovedì 2 gennaio 2014

PETIZIONE perchè anche il Liguria la Donna possa scegliere dove partorire!

Insieme alle colleghe ostetriche libere professioniste genovesi e all'impegno di Luana Ciambellini, stiamo portando avanti un progetto perchè anche in Liguria le donne possano scegliere il luogo del parto e pertanto la raccolta firme serve ad ottenere il rimborso delle spese riguardanti il parto domiciliare, poichè solo così si potrà veramente parlare di libertà di scelta del luogo del parto, perciò....
firmate numerosi e girate la petizione!!!!

"Perché è importante
Nascere è gioia, non malattia. Non è forse la cosa più naturale del mondo .... nascere? I bambini sanno nascere e le mamme partorire, basta solo ascoltare il proprio corpo ed essere accompagnate e assistite da personale qualificato e professionale come le ostretiche. Una donna, una madre, deve sentirsi libera di scegliere dove partorire senza avere preoccupazioni delle spese e dei costi elevati dei servizi che dovrebbero essere un aiuto dalla comunità. Ha il diritto di partorire in un luogo protetto, naturale e sicuro, quale posto migliore se non casa propria? La Regione, attraverso la Asl di appartenenza, potrebbe erogare alla famiglia che decide di avere il bambino nella sua casa o in casa maternità l’equivalente del costo medio di una degenza ospedaliera di madre e neonato per il parto e puerperio fisiologico. In pratica, si tratterebbe di un semplice “spostamento di fondi”, senza nessun tipo di aggravio per la spesa sanitaria già prevista per ogni nascita. 
Forse non tutti sanno che l'Emilia Romagna rimborsa fino all'80% della spesa per coloro che partoriscono a domicilio. Oppure, che in Piemonte il parto a domicilio è uno dei servizi che forniscono le stesse ostetriche della ASL (gratuitamente, dunque). Inutile dire che in questo modo si risparmiano anche soldi pubblici, dal momento che il rimborso per un parto in casa è minore del costo di un parto spontaneo in ospedale, compresa degenza (in genere di tre giorni), ginecologo, anestesista, eccetera. A supporto della nostra richiesta aggiungiamo le seguenti considerazioni: - L'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che «la donna deve avere la possibilità di partorire in un luogo che sente sicuro, al livello più periferico possibile in cui sia possibile fornire assistenza appropriata e sicurezza. Per donne con gravidanze a basso rischio, tali luoghi posso essere la casa, le case maternità, gli ospedali» ("Care in Normal Birth: a Practical Guide", Report of a technical Working Group, WHO Publication no. WHO/FRH/MSM/96.24, Geneva); - il Parlamento Europeo, con la risoluzione A2 – 38/88 (Carta Europea dei diritti della partoriente), considera tra i diritti della partoriente che sia assicurata «l'assistenza adeguata qualora venga scelto il parto a domicilio, compatibilmente con le condizioni psicofisiche della partoriente e del nascituro e con le condizioni ambientali»; - la pratica del parto a domicilio è ampiamente diffusa in alcuni paesi del Nord Europa, in particolare l'Olanda e l'Inghilterra, risultando sicura, sia per il bambino che per la mamma, grazie all'applicazione di protocolli internazionali riconosciuti . in Italia il 24 aprile 2000, è stato adottato il “Progetto obiettivo materno-infantile relativo al Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000”. Detto provvedimento ha indicato, quali obiettivi da perseguire nell'assicurare i livelli essenziali di assistenza, “la tutela della salute della donna in tutte le fasi della vita con particolare riferimento... al sostegno del percorso nascita, all'assistenza alla gravidanza fisiologica…”, nonché l'attivazione di “processi assistenziali tendenti alla sempre maggiore umanizzazione dell'evento nascita, coniugando la possibilità di far coesistere la sicurezza per la partoriente ed il nascituro ed il rispetto di quanto desiderato dalla donna in questa fase così delicata del suo ciclo vitale” e di “processi di assistenza domiciliare puerperale”. 
Vi preghiamo di firmare anche se non abitate in Liguria ma per spirito di solidarietà."
testo tratto dalla descrizione della petizione "Per la libertà di scelta del luogo del parto e il rimborso economico del  parto a domicilio in Liguria", promossa da Luana Ciambellini su AVAAZ.org