venerdì 12 ottobre 2012

ACQUATICITA' PER NEONATI: Quali benefici?

L'acquaticità neonatale è uno dei mezzi migliori che abbiamo a disposizione per stimolare il movimento del neonato, la sua presa di coscienza di se, dell'altro e dell'ambiente circostante.
Il neonato impara a conservare e mantenere il riflesso di apnea e sviluppa la muscolatura che gli consentirà di affrontare in maniera migliore e più fisiologica le tappe evolutive, l'apprendimento e lo sviluppo degli schemi motori di base.

Marcella con Ginevra

Ginevra

Filippo

Alessio

Marcella e Ginevra

Chiara e Gabriele

Quali sono gli obiettivi degli esercizi di acquaticità neonatale?

  • Abituare il neonato al contatto con l'acqua, cioè aiutarlo a ri-prendere confidenza con l'elemento che lo ha cullato 9 mesi;
  • Stimolare il fisiologico sviluppo di attenzione e coordinazione;
  • Stimolare lo sviluppo della percezione di se e degli altri;
  • Rinforzare il suo sistema immunitario;
  • Rinforzare il suo adattamento sensoriale;
  • Sviluppare in modo sano e forte cuore, polmoni e apparato muscolo-scheletrico;
  • Non perdere il riflesso di apnea;
  • Ritagliarsi un momento molto intimo e di condivisione col proprio bebè;
  • Divertirsi!!!!
Roberta e Lorenzo

Io col minore dei miei bambini, Francesco

Francesco

Io e Francesco


Durante un incontro di acquaticità, creiamo un vero e proprio "ritorno all'acqua" in cui il neonato può tornare a rivivere il contenimento e il calore dei suoi nove mesi acquatici nell'utero materno e può sperimentare il movimento innato grazie alla mano dei genitori, che lo guidano attraverso l'esplorazione dell'ambiente acquatico. I genitori, a loro volta, esplorano il proprio movimento nell'acqua sintonizzandosi con quello del figlio grazie alla pratica e all'ascolto.
La pratica acquatica è anche momento di comunicazione e apprendimento:  i genitori comunicano col proprio neonato attraverso il linguaggio sensoriale ed emotivo e lo conducono attraverso la scoperta di quelle leggi fisiche che condizionano il suo accrescimento e il movimento nell'acqua (legge di Archimede e forza di gravità). Leggi per noi adulti scontate, ma ancora tutte da scoprire per un neonato!

Anna

Diego con mamma e papà

Simona e Alessio

L'uomo prova un'istintiva paura dell'acqua che solitamente si manifesta intorno ai 3-5 anni d'età, infatti i bimbi che approcciano l'acqua a quest'età senza aver mai vissuto alcuna esperienza acquatica prima sono maggiormente svantaggiati e timorosi rispetto ai bambini che hanno praticato attività acquatiche sin dai primi mesi di vita.
Lo stesso discorso vale per la percezione dell'acqua sul viso e, in particolare, negli occhi. 
Un bimbo che impara fin dai primi mesi a immergere il viso e la testa in acqua, manterrà istintivamente quell'innata capacità che è il riflesso di apnea, un riflesso molto importante che si attiva quando l'acqua bagna i recettori intorno a bocca e naso del neonato grazie al quale non ispira sott'acqua e che si perde verso i 4-6 mesi di vita.
Più tempo si aspetta a ri-abituare il bambino a questo riflesso, maggiormente difficile e traumatico sarà!

L'immersione di Alessio


In acqua, infine, il neonato riesce ad esplorare l'ambiente circostante con maggior fluidità e libertà di movimento, muovendosi nelle 3 dimensioni più agilmente...un aiuto importantissimo che possiamo fornirgli per soddisfare la sua istintiva curiosità e voglia di scoprire il mondo!!

Emanuela Rocca

Bibliografia: 
"Subito in acqua-le coccole per il bimbo, il fitness per la mamma e il papà" di Riccardo Palumbo edizioni red!
"Nascere nell'acqua-Uno straordinario approccio all'acquaticità" di Erik Sidenbladh edizioni red!

1 commento:

  1. Noi inizieremo il corso al rientro dalle vacanze in Austria...per adesso ci rilassiamo in un hotel molto bello trovato su www.vacanzeinaustria.com

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