venerdì 14 dicembre 2012

IL DOLORE NELLA NASCITA: mera sofferenza o valida guida?

La nascita, lo sappiamo tutti, è accompagnata dal dolore, ma questo dolore è solamente un'inutile punizione divina oppure ha delle funzioni?


Partiamo da alcuni cenni sulla fisiologia degli ormoni del travaglio...

Durante il picco della contrazione, quel momento in cui il dolore è più forte, al massimo della sua intensità, il nostro cervello percepisce una situazione di stress acuto e reagisce secernendo a picco una scarica di adrenalina, responsabile a propria volta della secrezione, sempre a picco, di endorfine, ossitocina e precursori delle prostaglandine.
Le endorfine sono ormoni ad effetto analgesico (una sorta di morfina a produzione endogena), che ci permettono di percepire la sensazione dolorosa in maniera gestibile, attutendone l'intensità.
L'ossitocina e le prostaglandine sono gli ormoni responsabili della contrazione uterina e della maturazione del collo dell'utero.
Le endorfine, permettendoci di sopportare il dolore, fanno in modo che al termine della contrazione raggiungiamo uno stato di totale assenza di dolore, rendendo possibile il rilassamento e il rilascio di ogni tensione, con conseguente drastico abbassamento dei livelli di stress percepiti e quindi di rilascio di adrenalina.
L'ossitocina e le prostaglandine preparano la contrazione successiva e favoriscono la maturazione cervicale. In questo modo ci assicurano il fisiologico proseguimento del travaglio, secondo un meccanismo che si "autoalimenta".

Ogni fattore esterno "disturbante" può andare ad interferire su questa delicata "danza ormonale", però!

Pensiamo ad un ambiente poco familiare, percepito magari come ostile (a volte basta una persona indaffarata che ci risponde in maniera evasiva o ci accoglie in maniera frettolosa), oppure ad un ambiente medicalizzato in cui le persone parlano ad alta voce, anche di fatti personali, non ci spiegano la nostra situazione o rimangono sul vago, non ci informano su una procedura medica o sulla somministrazione di un farmaco.
Ma anche una sala parto piena di persone, luci, rumori forti, magari col riscaldamento basso, possono essere elementi disturbanti....così come l'essere circondati da persone che non credono nella nostra capacità e possibilità di partorire o l'impedimento ad agire secondo il nostro istinto (ad esempio ad assumere una posizione che percepiamo come necessaria o d'aiuto o a muoverci liberamente secondo il nostro istinto).

Tutto ciò che viene percepito, anche inconsciamente, come negativo, disturbante e stressante provoca un innalzamento dei livelli di stress e quindi di adrenalina, che non verrà più secreta solamente a picco durante la contrazione, ma a livelli basali più alti, inibendo la produzione a picco di ossitocina, endorfine e prostaglandine, con effetti sia sull'andamento del travaglio (che rallenta: le contrazioni diventano più distanti le une dalle altre, più di tipo spastico e quindi meno efficaci), che sulla percezione del dolore (le endorfine in diminuzione aumentano la percezione dolorosa).

Conoscere questa funzione del dolore come stimolatore endocrino e riuscire a favorirne la funzione stessa con una buona preparazione in gravidanza e l'accompagnamento in travaglio da parte delle persone giuste nell'ambiente più favorevole, è sicuramente un ottimo punto di partenza verso un parto naturale e consapevole!

Ma quali altre funzioni ha il dolore durante il processo che porta alla nascita?

Il dolore in primis ci avvisa che qualcosa sta accadendo!
Siamo quasi tutte abituate ad avvertire qualche indurimento dell'utero nelle ultime settimane di gravidanza, il fatto che in concomitanza con queste contrazioni avvertiamo dolore, seppure inizialmente molto debole, ci mette sull'avviso facendoci capire che probabilmente qualcosa sta cominciando...ci spinge a prepararci e a trovare un luogo familiare, intimo e sicuro dove poter dare alla luce la nostra creatura, è un istinto primordiale di qualsiasi mammifero e fa parte della protezione della specie!

Il dolore spinge all'azione!
Quando mi pungo, istintivamente sposto la mano per rimuovere il dolore e la causa!
In travaglio il dolore ha la medesima funzione: il dolore che avvertiamo durante la contrazione ci spinge a compiere dei movimenti o ad assumere posizioni che allevino almeno in parte la sensazione dolorosa o che ci aiutino a gestire al meglio la contrazione. Questi comportamenti istintivi proteggono le nostre strutture osteo-articolari, i nervi e gli organi adiacenti l'utero contro possibili inconvenienti e aiutano il bambino a trovare gli spazi più favorevoli alla propria discesa nel canale del parto....quindi largo all'istinto, ma occorre imparare a conoscersi, ad interpretare i messaggi che il nostro corpo ci invia e a rispondervi prontamente e con fiducia!

Il dolore, mutando in durata e intensità mano a mano che il travaglio progredisce e mutando come sensazioni percepite e  localizzazione, ci guida attraverso le varie fasi del travaglio fino alla nascita, dandoci concrete indicazioni sulla progressione del travaglio. Se impariamo a conoscere questi messaggi possiamo avere un'idea piuttosto valida del punto in cui siamo arrivate e anche dell'avvicinarsi della nascita...lasciamoci guidare!!!

Il dolore può essere anche un mezzo di ulteriore unione per la coppia!
Da sempre la condivisione e il superamento insieme di una situazione dolorosa (sia psicologicamente che fisicamente) o faticosa, comunque forte, unisce le persone protagoniste di questo vissuto e il travaglio e la nascita ne possono essere un esempio.
Con questo NON voglio assolutamente dire che le coppie che hanno affrontato la nascita grazie ad un'analgesia siano meno unite o meno affiatate, giammai, mi raccomando di non leggerla in questi termini, voglio solamente dare una chiave di lettura in più per il dolore!

Il dolore nella nascita è sicuramente fortissimo, molto impegnativo sia dal punto di vista fisico che psicologico, ci spinge a scontrarci con i nostri limiti e a raccogliere le forze per superarli, ma se riuscissimo a viverlo come una guida che ci prende per mano e ci conduce verso la nascita, accettandolo e lavorando insieme ad esso con fiducia nelle nostre capacità di dare alla luce, scopriremmo che la nascita naturale non solo è possibile, ma ci regala anche un forte senso di vittoria e di gratificazione che ci saranno di grande aiuto per cominciare con fiducia il nostro compito di mamme!



Emanuela Rocca



mercoledì 12 dicembre 2012

ACQUATICITA' PER DUE - Serata di rilassamento acquatico per coppie in gravidanza

Mercoledì 21 novembre abbiamo inaugurato la prima serata di rilassamento acquatico dedicata alle coppie in gravidanza!

Barbara, Monica e Maria insieme ai loro compagni inizialmente poco convinti di ciò che li aspettava e timorosi di dover affrontare un'ora di acquagym, hanno deciso di sperimentare questo momento di massaggio e rilassamento acquatico per condividere la vita nascente ed entrare in contatto col proprio bambino non ancora nato grazie all'acqua riscaldata, alle luci soffuse e alla musica...


Come dicevo, i futuri papà inizialmente sembravano piuttosto timorosi, avevano sentito parlare dalle loro compagne del lavoro corporeo acquatico che svolgiamo insieme al mercoledì e temevano di dover affrontare un'ora di ginnastica, prospettiva poco allettante dopo una giornata di intenso lavoro!

Qualcuno scherzava, le battute non mancavano prima di entrare in acqua...si cercava di esorcizzare un po' la propria reticenza di fronte ad un'esperienza del tutto nuova e decisamente curiosa!

L'ambiente silenzioso, le luci soffuse, la musica rilassante e l'acqua riscaldata hanno subito messo a proprio agio i futuri papà che si sono sentiti rassicurati verso il timore dell'acquagym!

E' stata un'ora molto rilassante, anche per me che guidavo con la voce le coppie da fuori la vasca (ho preferito lasciare questo spazio e questo tempo a loro, cercando di agire con estremo rispetto per questo momento da vivere in coppia guidandoli da fuori...).





E' stato bello quando il futuro papà Matteo ha detto che questa esperienza l'ha portato molto vicino alla bimba non ancora nata e che l'ha aiutato ad entrare in contatto con lei condividendone le sensazioni!
L'acqua calda, infatti, lambendo l'orecchio, stimola il nostro cervello verso una lunghezza d'onda differente da quella in cui solitamente ci troviamo quando siamo vigili, favorendo il rilassamento grazie all'attivazione del sistema limbico del cervello, una parte arcaica del nostro cervello. 
I suoni sono attutiti, il corpo è rilassato e le luci soffuse, il massaggio che l'acqua compie sul nostro corpo ci avvicina per similitudine di sensazioni al bambino nell'utero, che galleggia anch'egli nell'acqua calda avvertendo luci e suoni in maniera molto attutita, cullato dal movimento materno.


L'esperienza ha dato senza dubbio i frutti desiderati, tanto che le tre coppie hanno chiesto di ripeterla e mercoledì 19 dicembre ci troveremo nuovamente insieme per una nuova esperienza di rilassamento acquatico, alla quale si aggiungerà anche Valentina col suo compagno!

Buon rilassamento a tutti!

Emanuela Rocca